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GRAZIELLA E FELICIA

Rivolgo a Graziella la domanda: parlaci di te

Graziella: sentito Felicia, da che parte devo iniziare? È un ginepraio la mia storia (guarda Felicia e le due si scambiano un sorriso di complicità); è bene che sintetizzo allora, che se no non basterebbe una enciclopedia. Ho ottantacinque anni e tutti vissuti intensamente, ho lavorato trentasei anni in una grossa ditta coprendo ruoli di responsabilità con dovizia e fatica e altrettante gratificazioni. Ho anche viaggiato molto, conosco piuttosto bene l’Europa e l’Africa settentrionale, ho bei ricordi della mia vita passata. E’ di ora che non ho molto di cui vantare grandi piacevolezze, se non l’amicizia e l’aiuto di Felicia.

Felicia:

sono in Italia da oltre dieci anni. Appassionata della vostra cultura ho divorato libri su libri, amo creare, pur essendo una analista informatica, qui ho seguito dei corsi per specializzarmi nella legatoria. Molti miei lavori sono esposti nei negozi di souvenir artigianale; dalle mie mani nascono anche altri prodotti artistici perchè esprimo il mio bisogno di conoscere e imparare sempre cose nuove con la mia creatività e la continua lettura, sono curiosa. Credo di essere una persona socievole e sincera, non ho mai avuto problemi nelle amicizie o nei posti di lavoro, ho buonissimi rapporti con le persone finora conosciute. Sono nonna di una bellissima bimba di diciotto mesi, andrò a riabbracciarla fra pochi giorni, non ne vedo l’ora!

Perché vi siete rivolte ad Abitare Solidale, i motivi, le aspettative?

Graziella:

Non sono molto in forma fisicamente, ho subito interventi chirurgici e i miei familiari non sono molto affettuosi e disponibili, tutt’altro. Avevo bisogno di una persona vicina e di fiducia, al mio bisogno, Abitare Solidale ha risposto presentandomi Felicia. Speravo di trovare nella persona che gli operatori mi proponevano un sostegno, non solo pratico ma anche morale. Le mie aspettative erano tutte qui: un essere umano che mi desse sollievo.

Felicia:

Finito il mio impegno lavorativo, avevo urgenza di trovare una occupazione e una soluzione abitativa, allora mi sono presentata al Centro Impiego e lì la signora Sabrina, che già mi conosceva, mi ha indicato e organizzato un appuntamento con Desirée, Ester e poi con Gabriele di Abitare Solidale. Speravo nel loro aiuto, è difficile trovare una sistemazione di questi tempi. Cullavo la speranza di trovare una persona aperta: anche se sono una donna che sa adattarsi, è sicuramente meglio se c’è dialogo.

Avevate dubbi e incertezze in merito al progetto?

Graziella:

No, non avevo dubbi, la mia esperienza mi diceva che queste sono persone che “conoscono il fatto loro”. Ovviamente si è sempre davanti a un punto interrogativo, ma non mi sono posta tante domande, il progetto è chiaro, non artificioso, di facile comprensione. Le cose o vanno o non vanno, le proposte non sono intese come imposizioni, c’è la libera accettazione delle due persone: ospitante e ospitato, se non si piacciono si riapre il discorso con l’ Associazione. Quindi mi son detta “se la persona che mi presentano mi sta bene, ok, se no, riproviamo”.

Qual’ è stato il primo impatto con gli operatori e con la coabitante?

Felicia:

I giovani con cui ho avuto il primo contatto, mi hanno fatto una buona impressione, sicuri, competenti e comunicativi. La loro affabilità mi ha rasserenata. Con Graziella, è stato “amore a prima vista”, come si suol dire, ci siamo riconosciute nelle stessa onda. Mi è piaciuta subito, tanto che prima ancora di iniziare la coabitazione, l’ho seguita durante la sua ospedalizzazione prima e nel centro di fisioterapia poi. L’affetto nato tra noi è stato sincero dal primo incontro.

Risultati individuali e all’ interno della coabitazione raggiunte grazie ad Abitare Solidale.

Graziella:

ho trovato in Felicia l’affetto familiare che la mia parentela non sa darmi, lei è la sorella amorosa che ognuno vorrebbe. Mi sento apprezzata e compresa; non solo, è Felicia che mi difende dagli attacchi familiari, dalle questioni tristi legate agli interessi che troppo spesso calpestano ogni sano senso di rispetto e di rapporto. Sono certa che se non avessi lei al mio fianco, mi sarebbe toccato ben altro. Felicia mi è preziosa per tutto, si preoccupa e occupa della mia salute, mi fa sentire bene, risolve i miei dubbi, risolleva il mio morale con le sue parole, con la sua personalità. A volte mi basta guardarla mentre crea monili e oggetti di ogni tipo e di ogni forma fantasiosa, per sentirmi bene. È lei un gioiello………………….…………

Felicia:

Vivo con Graziella una vita serena. Lei è una donna che non può non essere amata, è buona, fin troppo buona e gli altri ne abusano. Non mi sento “ospite” di Graziella, ma amica di lunga data, e in realtà sono già passati più di due anni da quando coabitiamo nella stessa casa. Sono tranquilla, forse più che in passato, ho tempo per me stessa e per noi due, mi applico ai miei hobby nelle ore che mi occorrono senza pressioni, anzi Graziella condivide il mio entusiasmo, ammira i miei lavori, mi consiglia, mi invoglia…

È una bella convivenza la nostra, Abitare Solidale ha reso più facile questi miei recenti anni, a me e a Graziella.

Com’è cambiata la tua vita?

Graziella:

È molto cambiata la mia vita, moltissimo. Avere accanto una persona come Felicia, è un miracolo, riesco perfino a tenere a freno le esuberanze dei parenti malintenzionati, e se non completamente (è difficile contenere l’avidità), almeno con la mia forza d’animo le argino. Il conforto continuo che ho con lei vicina, mi rasserena in tutte le occasioni. Sapessi quante volte la vedo correre verso me quando sono vicina a quel microscopico gradino, laggiù! Ha sempre paura che io caschi e mi urla dietro, eh eh, a me mi vien da ridere quando la vedo così corrucciata col bastone in mano che poi mi pianta accanto alla sedia minacciandomi se non lo uso. Sì, la mia vita è cambiata, ho sempre vissuto da sola, abituata ad essere autonoma in tutto, mai mi sarei aspettata di poter stare così bene, ma proprio bene, con un’altra persona in casa, senza di lei ora mi sentirei persa. Non voglio nemmeno pensare alla possibilità che un giorno se ne dovesse andare da qui, per carità, non ci voglio proprio pensare!

Felicia:

Sono assolutamente in pace qui, ora. Seguo i miei lavori creativi e non, fuori e dentro casa sto bene con me stessa. Posso dire che conduco una vita gratificante e il legame di affetto con Graziella dissolve la nostalgia della mia famiglia lontana che a volte mi prende. Tutto sommato, la mia vita è una buona vita.